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Notizie storiche



Sulla Comunità di San Michele Mondovì e sui Marchesi di Ceva Signori del luogo
(Tratto dal libro di Amedeo Michelotti pubblicato nel 1936)

“Quanto più l’albero cresce e si sviluppa, tanto più ha bisogno di radici profonde e solide.
E’ significativo che proprio negli anni in cui il nostro paese ha conosciuto una notevole espansione residenziale aprendo le porte a significativi apporti dalle nostre vallate e non solo, si sia da più parti sentito il bisogno di recuperare la memoria storica di quello che fu e che ha dato San Michele”
(Dalla prefazione del Sac. Candido Borsarelli alla edizione del 1995).

La storia del borgo è molto antica: la denominazione stessa sembra far riferimento a una fondazione longobarda, ma le prime attestazioni documentali risalgono al XII secolo: in un documento risalente al 1113 si legge che fece parte del contado di Bredulo e appartenne a vari signori: i Monteacuto, i Della Torre, i Carassone e al Vescovo di Asti che, a sua volta, cedette la parte dei Monteacuto - nel 1198 - a Guglielmo, Marchese di Ceva, quale ricompensa per aver distrutto in suo nome il neocostituito comune di Mondovì. Nel 1295 il Marchese di Ceva Giorgio II detto il Nano si pose sotto la protezione del vescovo di Asti, che riacquisì così il controllo sul borgo.
Nel 1331 ebbe statuti propri e, con alterne vicende, fu soggetto a diverse famiglie.
Il 19 aprile 1796 il monte della Bicocca di San Giacomo fu teatro di una sanguinosa battaglia fra le truppe napoleoniche e quelle sabaude, svoltasi con alterne vicende e cantata dal Carducci nella celebre Ode alla Bicocca di S. Giacomo, e ricordata da una lapide marmorea murata, nel 1908, sul lato destro del porticato della cappella dedicata a S. Giacomo. Oltre a questa, San Michele vanta altre cappelle, pregevoli testimonianze della religiosità popolare del passato ma anche, e soprattutto, notevoli espressioni artistiche. Si ricordano in particolare la cappella della Madonna della Neve in località Piana Gatta, con uno splendido ciclo di affreschi del XV secolo, San Sebastiano, in direzione di Niella e San Bernardino nella borgata Castello, entrambe con affreschi del XV secolo, la chiesetta di San Magno con affreschi del XV e XVI secolo e, sulle alture in direzione di Torre Mondovì, la cappella dalla singolare intitolazione al Buon Gesù, con un pregevolissimo ciclo di affreschi del XVI secolo.
La parte più antica del paese, il borgo, sovrastato dai ruderi dell’antico castello, è caratterizzato da una fila di portici e da palazzi nobili; in posizione di poco sopraelevata si trova l'edificio municipale, di epoca ottocentesca, con accanto la chiesa parrocchiale, del XVII secolo, edificata in sostituzione della precedente parrocchiale del XII secolo, posta in posizione più bassa, presso al fiume, e della quale non rimane traccia. Un dipinto murale esterno, visibile da Piazza Quarelli, ricorda il passaggio della Sacra Sindone nel XVII secolo.